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PORNOGRAFIA PREISTORICA

Trovata una "Venere" di 35mila anni fa scolpita nell'avorio di mammuth. È la più antica rappresentazione del corpo femminile. Fa pensare che l'arte del paleolitico fosse molto più ricercata di quanto ritenuto finora. E sembra suggerire - ad alcuni ricercatori - che l’arte preistorica avesse un debole per l’erotismo. [GMB - 14 maggio 2009]

A vederla distrattamente sembra una pigna un po’ strana. In realtà è uno dei più antichi esempi di arte figurativa del mondo. Si tratta di una scultura femminile in avorio di mammut ritrovata nel settembre del 2008 scavando nella grotta di Fels (Hohle Fels), nella Germania sud-occidentale.
Ora grazie alla datazione al radiocarbonio i ricercatori sono riusciti a stabilire che risale a un periodo compreso fra i 31.000 e i 40.000 anni, agli albori del periodo cosiddetto Aurigniaziano. Per fare un confronto, la famosa "Venere di Willendorf", il più celebre esempio di scultura paleolitica, secondo le più recenti datazioni risale a 22-24.000 anni fa.

Pin up preistorica
La statuina - poco meno di 6 centimetri di altezza e 3,4 di larghezza - farebbe pensare che l'arte del paleolitico fosse molto più ricercata di quanto ritenuto finora, secondo il Nicholas Conard, l'archeologo dell'Università di Tubinga che l'ha ritrovata.
Presenta seni esageratamente ampi, una vulva allargata e pur mancando di testa e braccio sinistro è conservata molto bene. P
roprio il seno prosperoso e la sua sessualità esplicita ha incuriosito i ricercatori. Non è ancora chiaro quale fosse l’utilizzo della statuetta e il significato che le era attribuito. Forse veniva impiegata dagli sciamani, ma poteva anche essere semplice pornografia. È la tesi di Paul Mellars, antropologo della Stony Brook University di New York per il quale l’attenzione al sesso è presente in molti artefatti del periodo, dai simboli fallici scolpiti sulle corna di bisonte, alle vagine dipinte sui muri. Secondo Mellars, «gli artisti del tempo andavano matti per il sesso».
Meno spudorata (e forse più credibile) è invece la spiegazione di altri ricercatori, per i quali la “Venere di Hohle Fels”, come è stata ribattezzata la statuina, era un amuleto per la fertilità o una rappresentazione della divinità della fertilità.

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Orsi della luna

Arte e Amore

Amor sacro e amor profano a New York
Arte e amore nell’Italia del Rinascimento

Metropolitan Museum of Art, New York

Dal 18 novembre 2008 al 16 febbraio 2009, presso il Metropolitan Museum di New York, è aperta la mostra “Arte e amore nell’Italia del Rinascimento”, che attraverso numerosi oggetti cerca di illustrare come venivano celebrati l’amore e il matrimonio in uno dei periodi più splendidi e ricchi dal punto di vista storico e artistico.

La celebrazione, la commemorazione del fidanzamento, matrimonio, della nascita di un bimbo, esisteva già da tempo, ma è in questo periodo che diventa un fatto sociale e culturale della massima importanza.

Sono esposti circa 150 oggetti, che risalgono a un periodo compreso tra i primi del Quattrocento fino alla metà del Cinquecento. Si possono ammirare squisiti esempi di maiolica, magnifici lavori di oreficeria, ritratti nuziali, rarissimi pezzi della cristalleria veneziana, pannelli per cassapanche finemente decorati, deschi da parto.

Oltre all’amore consacrato dal matrimonio, non mancano però le rappresentazioni e le celebrazioni dell’amore sensuale, come nel capolavoro “Venere e Cupido” del grande artista veneziano Lorenzo Lotto,e in molte stampe e disegni.

Spesso erano i familiari o gli amici a commissionare questi oggetti straordinari per farne poi regalo ai novelli fidanzati, o sposi, o genitori.

I più grandi artisti e i più rinomati artigiani si mettevano al servizio di queste celebrazioni.
Tra gli artisti ricordiamo in particolare Giulio Romano, Tiziano e il già citato Lorenzo Lotto. I visitatori possono ammirare anche un capolavoro del Tiziano: La “Venere con un organista e un piccolo cane”, proveniente dal Museo del Prado.