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Come si fa a far durare l’amore? Quali sono le costanti delle relazioni felici?

“… E vissero per sempre felici e contenti”: questa la magica formula con cui si concludono tutte le fiabe. Una frase che dà voce a quello che è il desiderio di tutti: un amore che duri, che ci accompagni sino alla fine della nostra vita. Il sogno di un sentimento eterno che non solo preveda una lunga serie di anni felici, ma che ci faccia intravedere una vecchiaia dolce e tranquilla, che ci conforti sino agli ultimi giorni e, perché no, anche oltre.

Non si spiegherebbe altrimenti il successo di tanti film in cui l’amore trionfa sulla morte, e il partner che se ne è andato vive nella memoria di chi è rimasto. Oppure l’entusiasmo con cui, spesso, oggi si parla di reincarnazione, e della possibilità di ritrovare il proprio “compagno d’anima”, addirittura, da una vita all’altra.

Dietro al desiderio di un amore che duri per sempre c’è indubbiamente la paura della separazione, del distacco, della possibilità di riprovare quel senso di perdita che ci sembra la fonte di ogni dolore. Ma c’è anche il sogno di un equilibrio perfetto, di un incontro totalmente riuscito, integrato, armonico tra maschile e femminile.

E’ possibile che un amore duri per sempre?

E’ pensabile, nell’era dei divorzi, delle separazioni, dei litigi, del consumismo sessuale, in cui sembra che non ci si possa lasciar scappare alcuna occasione? Il clima culturale in cui viviamo non è propizio agli amori duraturi.

In passato era diverso; altre epoche sono state più romantiche e meno consumiste. Oppure più solidamente pragmatiche: basta risalire all’inizio del secolo per notare come il matrimonio era spesso una sorta di piccola società tra due esseri, con lo scopo di garantire, a seconda dei casi, la sopravvivenza o il benessere.

Queste finalità, a prima vista poco romantiche, facevano sì che ci si impegnasse a far durare l’amore, che non si avesse alcuna fretta di buttare via unioni che potevano ancora essere salvate. Se tante relazioni venivano sopportate solo per necessità, molte altre, obbligate a funzionare per forza, si rivelavano, superate crisi e difficoltà, molto felici e riuscite, e la praticità diventava insospettabilmente la più grande alleata del sentimento.

Tutti noi oggi, invece, sappiamo di non essere più allenati a far durare l’amore. Questo non significa, è ovvio, trascinare relazioni sbagliate e mortificanti; vuol dire semplicemente impegnarsi a far sì che le cose funzionino, possano crescere e divenire solide, anche se non sembrano semplici né agevoli.

C’era in passato una saggezza di fondo riguardo ai matrimoni, alle difficoltà che presentavano, agli adattamenti che richiedevano. Non si tratta di recuperarla, poiché era spesso accompagnata da una filosofia passiva e mortificante per la donna. Ma sarebbe opportuno riempire il vuoto lasciato da tali idee con nuove riflessioni, alla luce anche delle ultime conclusioni della psicologia: un nuovo patrimonio di sapere su come far durare l’amore.

E’ possibile, se lo vogliamo

Accade spesso oggi, infatti, di non avere una visione realistica e adulta della vita a due, e di cullarsi nell’illusione infantile che essa possa essere perfetta e gratificante anche senza che noi vi mettiamo alcuno sforzo o capacità di comportamenti maturi. Oppure accade di gettarsi nell’avventura di un matrimonio con un eccesso di superficialità, pensando “tanto poi c’è sempre il divorzio”, senza quindi ponderare a sufficienza la scelta del partner, senza chiarire bene a se stesse tutti i dubbi e le esitazioni.

Ancora, succede di stancarsi subito, per noia o infantile disillusione, o di non essere disposti neppure alla più piccola mediazione per avvicinarsi ai desideri e ai bisogni dell’altra persona. E spessissimo si dimentica (o si giudica un impegno troppo gravoso) la necessità di creare una certa concentrazione, e di non disperdersi inseguendo mille sirene e mille stimoli esterni al matrimonio.

Qualcuno oggi addirittura teorizza che non è possibile che l’amore duri molti anni o tutta la vita. Dopo un periodo (per alcuni pochi mesi, per altri pochi anni), si afferma, l’amore finisce inevitabilmente.

Ma chi sostiene queste idee in realtà è smentito dai fatti. Pur se non frequenti, esistono diversi casi di persone che si sono conosciute giovanissime (talvolta sui banchi di scuola) e non si sono più lasciate. Esistono poi prime nozze riuscitissime, e sono quasi la regola i secondi matrimoni molto felici e duraturi.

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Salviamo gli orsi della luna !

Orsi della luna

Arte e Amore

Amor sacro e amor profano a New York
Arte e amore nell’Italia del Rinascimento

Metropolitan Museum of Art, New York

Dal 18 novembre 2008 al 16 febbraio 2009, presso il Metropolitan Museum di New York, è aperta la mostra “Arte e amore nell’Italia del Rinascimento”, che attraverso numerosi oggetti cerca di illustrare come venivano celebrati l’amore e il matrimonio in uno dei periodi più splendidi e ricchi dal punto di vista storico e artistico.

La celebrazione, la commemorazione del fidanzamento, matrimonio, della nascita di un bimbo, esisteva già da tempo, ma è in questo periodo che diventa un fatto sociale e culturale della massima importanza.

Sono esposti circa 150 oggetti, che risalgono a un periodo compreso tra i primi del Quattrocento fino alla metà del Cinquecento. Si possono ammirare squisiti esempi di maiolica, magnifici lavori di oreficeria, ritratti nuziali, rarissimi pezzi della cristalleria veneziana, pannelli per cassapanche finemente decorati, deschi da parto.

Oltre all’amore consacrato dal matrimonio, non mancano però le rappresentazioni e le celebrazioni dell’amore sensuale, come nel capolavoro “Venere e Cupido” del grande artista veneziano Lorenzo Lotto,e in molte stampe e disegni.

Spesso erano i familiari o gli amici a commissionare questi oggetti straordinari per farne poi regalo ai novelli fidanzati, o sposi, o genitori.

I più grandi artisti e i più rinomati artigiani si mettevano al servizio di queste celebrazioni.
Tra gli artisti ricordiamo in particolare Giulio Romano, Tiziano e il già citato Lorenzo Lotto. I visitatori possono ammirare anche un capolavoro del Tiziano: La “Venere con un organista e un piccolo cane”, proveniente dal Museo del Prado.